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Godzilla e Kong – Un nuovo impero, recensione: un sontuoso viaggio al centro della Terra Cava da fruire assolutamente sul grande schermo

Leggi la recensione di Cineblog di “Godzilla e Kong – Un nuovo impero” di Adam Wingard – Al cinema con Warner Bros. Pictures Italia

pubblicato 3 Aprile 2024 aggiornato 18 Maggio 2024 09:40

Godzilla e Kong – Un nuovo impero ha debuttato nei cinema italiani portando con sé un carico notevole di effetti visivi, tanta carne al fuoco per un singolo capitolo e una sorta di punto di arrivo per il “Monsterverse”. L’universo condiviso di Legendary dal reboot Godzilla del 2014 sembra aver tracciato il suo percorso di film in film, cambiando di fatto in corsa le premesse di stampo “ambientalista” introdotte nel primo capitolo, vedi il fallito tentativo di convivenza tra Titani e umani, è di fatto Godzilla a mantenere l’equilibrio con la forza. Idem pe la parte “complottista” rappresentata dall’organizzazione Monarch e approfondita con una serie tv apposita, Monarch: Legacy of Monsters, che ha visto protagonisti Kurt e Wyatt Russell.

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Il regista Adam Wingard come nel precedente crossover Godzilla vs Kong, mette in piedi un sontuoso film di mostri, e dopo aver pagato tributo al classico Il trionfo di Kong, pellicola del 1962 diretta da Ishirō Honda, regista del “Gojira” originale, con la prima battaglia tra Godzilla e Kong, ora prosegue su quel sentiero. Wingard ci porta dritti dritti nella Terra Cava per un avventura che vive di molteplici suggestioni letterarie e attinge da pellicole come Viaggio al centro della Terra e Viaggio nell’isola misteriosa. Wingard allestisce un film d’avventura di proporzioni epiche a livello visivo, lasciando alla parte “umana” della storia ruoli di contorno, lasciando ampio spazio di manovra a Kong che stavolta la fa da padrone a livello di arco narrativo.

Godzilla e Kong – L’epica battaglia continua…

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Il Monsterverse cinematografico di Legendary Pictures dà seguito allo scontro esplosivo di “Godzilla vs. Kong” con una nuovissima avventura che vedrà l’onnipotente Kong e il temibile Godzilla combattere fianco a fianco contro una colossale minaccia sconosciuta che si cela nel nostro mondo, mettendo a dura prova la loro stessa esistenza… e la nostra. “Godzilla e Kong – Il nuovo Impero” approfondisce ulteriormente le storie e le origini di questi due Titani, nonché i misteri di Skull Island, tra gli altri, svelando la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi esseri straordinari e li ha legati per sempre all’umanità.

In questo quinto capitolo del Monsterverse ritroviamo Rebecca Hall di nuovo nei panni della primatologa Ilene Andrews; Kaylee Hottle in quelli della figlia adottiva Jia, ultimo membro della tribù Iwi che ha stretto con Kong un legame speciale; Brian Tyree Henry torna nei panni del podcaster complottista Bernie Hayes e il nuovo arrivato Dan Stevens è il fascinoso Trapper, un veterinario esperto di Titani. Da notare come i personaggi di Henry e Stevens sono stati palesemente inseriti nella trama per fungere da “sollievo comico”. Lo scopo di entrambi è quello di alleggerire la parte più violenta e cupa del film, rappresentata soprattutto dal brutale antagonista King Scar e il suo regno di terrore, anche se il risultato modesto non corrisponde all’impegno profuso dagli attori.

Se la parte “umana” del film pur dimostrando una certa sintonia nel suo complesso non riesce a lasciare il segno, si nota da subito che il film è incentrato in primis su Kong e il suo sentirsi solo, una solitudine che lo porta a vagabondare per la Terra Cava dove scopre una tribù di suoi simili, che però si rivelano aggressivi e capitanati da un brutale e minaccioso maschio alfa. Nel frattempo in superficie Godzilla mantiene l’ordine tra l’umanità e i titani non senza conseguenze, memorabili le scene di distruzione di Roma, che rappresentano anche un omaggio all’acclamato Godzilla Minus One, con il Gojira americano che sceglie il Colosseo come luogo in cui riposare.

Benvenuti a Hollow Earth

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Il regista Adam Wingard per creare gli spettacolari scenari della Terra Cava (Hollow Earth) ha potuto attingere da una serie di classici, da cui ha evidentemente tratto ispirazione, vedi Jurassic Park piuttosto che alcuni elementi del pianeta Pandora di Avatar per le creature più bizzarre. L’elenco dei riferimenti visivi del film è però ben più corposo e include anhce: Il pianeta delle scimmie, il King Kong di Peter Jackson, Indiana Jones e il tempio maledetto, Il trono di spade e ai fan di King Kong non potrà essere sfuggito il tributo del regista Adam Wingard con il piccolo Suko al Kiko de Il figlio di Kong e al Baby Kong del sequel King Kong 2.

Senza dubbio questo secondo film di Wingard a tratti risulta piuttosto “carico” sia a livello visivo che di azione, ma bisogna ammettere che tutto è puntato ad una giocosità più evidente rispetto al precedente “Godzilla vs Kong”. Senza contare che l’impatto visivo e a dir poco entusiasmante, con picchi di qualità estetica che richiedono almeno una visione in sala, poiché solo il grande schermo potrà rendere giustizia al lavoro del team degli effetti visivi del film capitanato da Alessandro Ongaro, i cui crediti includono The Adam Project, Ant-Man and the Wasp, Ghostbusters: Legacy e Shark – Il primo squalo.

Godzilla e Kong è fieramente un “film di mostri”

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Dopo un ottimo reboot che ormai sembra troppo lontano per intenti e spessore, un secondo capitolo (“King of the Monsters”) malamente orchestrato dal regista Michael Dougherty e incentrato sugli umani e la Monarch, questo quinto capitolo segna come il precedente “Godzilla vs. Kong” un ritorno alle origini del genere. “Godzilla vs. Kong” era un film di mostri e per questo che Adam Wingard è tornato sulla sedia del regista per questo sequel, Il suo stile lo porta a declinare il genere “Kaiju” guardando contemporaneamente a oriente e occidente.

Pur utilizzando un’ estetica a mezza via tra “Jurassic Park” e “Avatar” , Wingard non fa l’errore, come fece a suo tempo Roland Emmerich con il remake del 1998, di americanizzare Godzilla rendendolo un dinosauro potenziale ospite dell’iconico parco a tema di Spielberg. Wingard arriva quasi a parodiare il genere stesso, ibridandolo e dopandolo, senza aver paura di esagerare. Se “Godzilla vs. Kong” strizzava l’occhio a “Pacific Rim”, questo “Godzilla e Kong – Un nuovo impero” presenta quella qualità fanciullesca e l’entusiasmo tipico dei fan, elementi emozionali che ammiccano al bambino che è in tutti noi, ma faranno anche storcere il naso a chi pensa che la critica debba essere utilizzata come arma impropria per imporre il proprio gusto, per fortuna alla fine è sempre lo spettatore a decidere in autonomia, premiando di volta in volta l’intrattenimento o l’impegno o, perché no, entrambi.

FantascienzaGodzilla e Kong - Il nuovo impero